L’altra notte, o forse un anno fa, o forse domani, ho fatto un sogno. Mi aggiravo per le strade di un paese che sarebbe potuto essere bellissimo, colorato e profumato di tigli in fiore ed invece, dal cielo, cadevano untuosi fiocchi di neve grigiastri che facevano a cazzotti con arroganti Pm10. Il Natale era alle porte e dalle belle e luminose vetrine dei negozi, un caldo tepore di festa saliva lieve fino al cielo per la gioia dei cuori di Gesù bambino e dell’unione industriali. Da una vecchia e gracidante radio a manopoloni usciva, stanca, la voce di 50.000 operai messi in cassaintegrazione dalla più grande industria del Paese la quale, ebbe la brillante idea di chiamare un suo prodotto “Idea” nonostante l’ultima sua idea sensata l’avesse avuta almeno trenta anni prima. “Che volete farci” rispondevano dall’alto del consiglio di amministrazione, “C’è la crisi, c’è la crisi”. “Stronzi! Stronzi!” rispondevano i 50.000, ma ormai la voce alla radio si era spenta e io non li sentì più. Vidi invece un arrogante e spocchioso ministro di quel non bel paese puntare il dito contro un ospedale di una fredda e languida regione del nord, minacciandola di gravi sanzioni se questa avesse anche solo minimamente pensato di seguire le direttive di una sentenza di cassazione oltreché di permettere ad ognuno di noi di decidere in coscienza riguardo alla propria esistenza. Per fortuna ho poi visto un dirigente di quella stessa struttura, sedersi educatamente ad un tavolo e con estrema educazione dire al ministro, in sostanza, che sarebbe anche ora che si facesse un po' i cazzi suoi. Ho sognato un altro alto rappresentante del governo dire che le leggi raziali furono un’infamia dimenticandosi che i suoi “avi” di ex partito con cui era andato a braccetto fino a poco tempo prima, quelle leggi le avevano proposte, votate ed applicate. In una cosa però aveva ragione: “La Grande Meringa” non si oppose. E poi ho visto corruzione, degrado, tutori dell’ordine pubblico manganellare innocenti di colore, senza tetto venir dati alle fiamme per noia, ed altro, altro ancora. Ma non importava, perché agli abitanti di quel non bel paese bastava avere mille finti canali colorati in TV, qualche bel sorriso rassicurante e la mezzora d’indignazione collettiva ogni giorno ed erano felici come bambini, mentre i bambini, quelli veri, molto più saggi e assennati li guardavano basiti pensando all’unisono: “Ma andate a cagare che tanto in culo al futuro ci andiamo noi, vero?”
Poi mi sono svegliato. Del sogno rimaneva solo un vago sapore amaro nella mia bocca. Ho acceso la televisione ed ho ascoltato le notizie piangendo. Poi sono tornato a dormire perché il Paese in cui vivo è molto peggio di quello che avevo sognato!
Buon Natale e un felice Kiwi a Tutti.
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