Benvenuti cari Internauti su Kiwi il sito di cui, come dice l’intestazione stessa, non ce n’era affatto bisogno e di cui non se ne sentiva affatto la mancanza, ma tant’è ormai i vostri astro-modem vi hanno portato fino a qui e dunque perché non dare un’occhiata? Soprattutto perché, dal momento che questo Blog è in rete dal settembre 2008, parecchie sono le cose interessanti. Innanzitutto i racconti e le storie che troverete verranno periodicamente cambiate e archiviate sperando che, almeno prima o poi, qualcuna di esse sia di vostro gradimento. A tal proposito vi segnalo la nuova sezione in cui potrete leggerei nuovi e vecchi racconti, inediti e non. Poi, poiché il Blog è mio e me lo gestisco io, troverete le Slideshow di alcuni fumetti realizzati con grandi artisti, oltreché amici, e le rispettive sceneggiature originali (per chi è interessato). Ho dato anche un piccolo spazio ad una passione che mi ha contagiato: la fotografia ed ho inserito un piccolo filmato di quel genio senza pari che è Neil Gaiman, registrato al Festivaletteratura di Mantova.

Per ora è tutto, buona navigazione...


mercoledì 6 febbraio 2013

Spero, a tempo debito, in tutte le librerie.

– Sembrano altri tempi, altri mondi da quando Annibale pianse la sua Cartagine e si inchinò alle aquile romane – disse il vecchio, piantando il suo bastone nell’arida terra.
Il sole, ad ovest, oltre la piatta linea dell’orizzonte stava tramontando incendiando di rosso la polvere proveniente dal vicino deserto.
– Eppure in me scorre il sangue di quel popolo fiero – continuò, mentre il ragazzo lo guardava. L’ombra curva del vecchio cadeva su quella lunga e dritta del bastone.
– Come vedi il tempo non ha molta importanza qui da noi. – la voce dell’uomo era secca, come l’aria piena di polvere.
– E poi, – chiese il ragazzo – dopo l’aquila chi venne? – gli occhi del vecchio si strinsero appena, forse per il riflesso del sole o forse per riordinare meglio i ricordi.
– L’aquila rimase tanto tempo. Gli artigli romani entrarono a fondo nella carne di queste terre. Trovarono le nostre foreste, i nostri campi e anche il nostro deserto, belli e accondiscendenti, proprio come le nostre donne. E con le nostre donne mescolarono i loro semi e i tratti di Annibale, che a sua volta aveva in sé il sangue dei primi abitanti del mondo, i cittadini di Ur, mutarono per fare spazio al nord e al sud del mondo. Ma anche l’aquila cadde, stanca del suo millenario volo fu travolta dalla forza e dalla dirompenza della mezzaluna. Gli antenati di tua madre calpestarono questo stesso suolo proprio in quel tempo. Essi portarono la cultura e la spada, la matematica, l’astronomia, il fuoco greco, i riti lontani e antichi quasi quanto il loro stesso dio e a lui innalzarono minareti e santuari di una bellezza straordinaria, una bellezza che dura ancora oggi e che sembra magica. Poi tornarono gli uomini del nord e dell’est, levando al sole la croce e spargendo sangue sulla terra. Anch’essi portarono  il loro sapere che trovò ad attenderlo, come fratelli da millenni divisi, quello di tutti gli uomini che per secoli li avevano preceduti. Eppure quel tempo sembra lontano, un altro mondo, un’altra storia. – il vecchio smise di parlare, chiuse gli occhi aspettando il fresco che la notte avrebbe portato sulla sua terra e sulla sua pelle solcata da rughe.
– Ma perché nonno, tutto il mondo viene, prima o poi, qui da noi? – chiese il ragazzo approfittando del silenzio.
– Forse perché la nostra terra è la più bella di tutte? –
– Forse – disse il vecchio con un pizzico di orgoglio mentre riapriva gli occhi – o forse perché questo è il destino di chi abita le terre magiche come la nostra.
– La nostra terra è magica? – chiese il ragazzo fingendo stupore. Aveva sentito quella storia migliaia di volte eppure gli piaceva sentirsela raccontare, gli sembrava che parlasse di lui, della sua famiglia, dei suoi amici e di tutta la sua casa.
– Sì, Carlos, è così. Tutte le terre che sono al confine del mondo sono magiche, poiché esse sono la porta d’ingresso e di uscita per altri mondi, altre terre, altre storie. Su questa polvere, sulle nostre acque, sulla nostra nera e grassa terra si combatte da sempre per la sorte dell’intera umanità. Quello che succede qui si propaga come il vento del deserto, oltre le montagne e i mari fino ad arrivare dentro la casa di ogni uomo e donna. Probabilmente succede la stessa cosa anche dall’altra parte del mondo, questo non lo so, sono zone troppo lontane per la mente di un vecchio, anche se ha viaggiato tanto come me. Per questo gli uomini di Ur sono giunti qui da noi, poiché nei tempi antichi forte era il richiamo della magia nei cuori degli uomini. Ora sono in pochi a saperla ascoltare ed ancora meno a saper parlare con essa ma chi ne è in grado ha un grande potere, ed una grande responsabilità. Tieni sempre a mente queste parole figliolo. –
– Certo nonno lo farò. – rispose il ragazzo impettito. Sapeva che quei consigli erano per lui, poiché egli, seppure ancora giovane, sentiva quella voce, quel richiamo ogni giorno più chiaramente.
– C’è già chi cerca di zittire per sempre chi è in grado di piegare la natura al proprio volere, perché ne hanno paura. Li accusano di cose riprovevoli e meschine e forse qualche volta hanno anche ragione a farlo, danno loro la caccia e in alcuni casi li uccidono col fuoco. Sono sciocchi poiché non sanno che senza lo studio, senza l’applicazione quotidiana e senza la ricerca, il dono non basta. Spesso una sola vita non è sufficiente neppure ad afferrare i concetti base. E sono ancora più sciocchi perché non sanno che così ci condanneranno tutti. Si è sempre ucciso per potere, conquista ed odio, è la natura umana. Non si è mai ucciso per la paura del sapere ma essi sanno che il sapere è il potere più forte, in grado di smuovere le montagne e cambiare la storia. Per questo lo temono, e temono chi lo detiene. – la voce del vecchio era stanca e lontana.
ll sole era tramontato e l’aria fresca era arrivata a portare sollievo dopo la calda giornata estiva. Già si vedeva, appena sopra l’orizzonte, una pallida falce di luna e a est, brillante come un diamante del deserto, Uridim, la stella del Lupo, protettrice e guida di Hiberia; la stella che i primi abitanti del mondo, i fondatori di Ur avevano portato con sé nel loro lungo e pericoloso viaggio avvenuto migliaia di anni addietro. Il vecchio estrasse il bastone dal terreno e appoggiandosi ad esso, con passi lenti, aiutato dal giovane nipote, si diresse verso casa. I due non potevano fare tardi, quella era una sera speciale, il ragazzo, Carlos Alberto Sàvezan, figlio di Diego Sàvezan, capo delle guardie reali, compiva dodici anni.
– Non lo permetterò nonno – disse Carlos un attimo prima di entrare in casa – non permetterò che il sapere di millenni venga dimenticato, dovessi dare la mia vita. – 

 

Da “La Vita di Carlos Alberto Sàvezan”

Tratta dall’opera: “Le Cronache di Hiberia”

nella trascrizione di  frate Cashir Timacto, copista.

venerdì 1 febbraio 2013

I veri amici non ci lasciano mai.

Oramai da qualche tempo sono scaduti i diritti della casa editrice per cui mi sembrava carino presentare ufficialmente per la prima volta su questo Blog il racconto BlockBuster Night (lo trovate nella colonna di destra).
Per fortuna non scrivo più così "di getto", spero di essere migliorato e di essermi raffinato nella prosa ma d'altronde questa storia ha più di dieci anni e, ad essere sincero, provo sempre un po' di emozione quando la rileggo. Non riesco a non voler bene a Rebecca e Samuele...chissà dove saranno oggi.

mercoledì 23 gennaio 2013

Gennaio 2013

Sto risistemando il Blog anche pr Voi; non abbiate fretta!

Nuovi racconti sulla colonnetta di destra.

Ne arriveranno presto altri...anche dei vecchi rieditati che questo blog è come il maiale, non si butta via nulla.



Kiwi.
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Writing for Comics di Alan Moore

Writing for Comics di Alan Moore
[...] Ma ovviamente, dal momento che stiamo parlando di un pubblico di massa composto da migliaia di singoli individui, non c'è alcun modo per l'artista di arrivare a conoscere i gusti di ciascuno di essi. La risposta convenzionale a questo dilemma, almeno stando a quanto si evince dal comportamento di parecchie grandi case editrici di fumetti, è tentare di non offendere nessuno[...]. Questo concetto evita oltretutto di considerare anche solo per un istante il vasto numero di potenziali lettori che non intendono sprecare il loro tempo con innocue pappette predigerite che hanno tutto l'aspetto di cibo letterario per bambini...il pubblico potenziale che esiste là fuoriè troppo ampio e variegato perchè lo si possa raggiungere applicando un qualunque criterio restrittivo basato sull'immagine ipotetica e assolutamente non verificabile di un immaginario "lettore medio" [...]. tratto da: Writing for Comics di Alan Moore...tutto il resto è noia.
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On Writing. Autobiografia Di Un Mestiere

On Writing. Autobiografia Di Un Mestiere
"Steve" King, la sua adolescenza tormentata, il suo approccio alla scrittura, molti straordinari consigli e qualche buon attrezzo del mestiere. Semplicemente illuminante.
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Racconti dal Sottobosco

Racconti dal Sottobosco
[...Nessuno di noi, tranne forse i bambini a cui il libro è rivolto, potrebbe mai credere all’amore sbocciato su di un davanzale tra una farfalla e una formica o al furto delle macchie di una coccinella eppure Silva è in grado di creare con la sua dolcezza espressiva e con la sua prosa asciutta ma mai banale quella “Sospensione della Realtà” che è l’ingrediente essenziale per ogni scrittore, quel patto non scritto che lega indissolubilmente un lettore alla storia che sta leggendo e Silva ci porta in punta di piedi tra il muschio odoroso e la terra umida del sottobosco rendendoci non spettatori passivi ma partecipi delle avventure del piccolo popolo. È proprio questo che fa di un racconto un buon racconto, l’instaurarsi di un legame forte tra la mente del lettore e le pagine di un’avventura che vorremmo non finisse, che ci risolleva e ci fa stare bene facendoci tornare per un attimo bambini quando nella terra bagnata dopo un temporale ci perdevamo ore a osservare quell’ipnotico brulicare di vita....] Recensione a cura di Mattia Sirocchi
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Il Distaccamento Po e La Resistenza dei Mezzanesi. di Lino Gelmini

Il Distaccamento Po e La Resistenza dei Mezzanesi. di Lino Gelmini
In un' Italia sempre più alla deriva ideologica, mi permetto di consigliarvi un libro scritto in prima persona da chi ha partecipato a liberare prima e costruire poi, rischiando tutto se stesso, il nostro Bel Paese; al contrario di tanti "intellettuali pieni di nulla" che parlano dall'alto dei loro scranni televisivi. Si tratta di pura ed emozionale Memoria Storica e di un accalorato omaggio a chi ha concluso troppo precocemente la propria vita, donandola al più alto tra tutti i valori: la Libertà. Una ricostruzione accurata e commovente di un piccolo comune del nord Italia che, come tanti in quegli anni, è stato teatro di sofferenze e speranze, vite e persone. Il libro in questione non è in vendita (e questo la dice lunga sulla bontà delle intenzioni) ma potete richiederlo all'Anpi o al comune di Mezzani Inferiore (Parma). Credetemi, se volete veramente sapere e capire qualcosa della Resistenza, vale la pena leggerlo e faticare un po' per procurarselo. Grazie di tutto "Nonno" Lino. E' stato un onore conoscerti.