Mentre Governo&Opposizione (quella “&” non l’ho messa a caso) blaterano sul numero di partecipanti alla manifestazione di sabato al Circo Massimo: chi dice duecentomila, chi un milione e mezzo, chi dodici più un austriaco in bicicletta (Bondi), c’è chi i tagli li sta già provando sulla propria pelle: Rosanna, una bambina down di 11 anni si è vista, da un giorno all’altro, dimezzare le ore di sostegno settimanali (da 18 a 9) con il risultato, ovvio ed allarmante, di spezzare drasticamente non solo il proprio apprendimento ma anche, e soprattutto, quel fragile e sottilissimo filo che la rendevano parte di una comunità. Gli sprechi sono tanti, troppi, a volte insopportabili, spesso è facile e conveniente riempirsi la bocca di qualunquismi, i tagli a volte necessari ed auspicabili, ma veramente ci stiamo trasformando in questo; in un popolo che non ha più il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, di ciò che è un diritto e di ciò che è dovuto? Veramente non siamo più in grado di intrecciare quei sottilissimi fili di cristallo che creano il tessuto della convivenza civile? Veramente vogliamo far finta di nulla e girarci dall’altra parte mentre Rosanna ci osserva spaventata?
Esiste una petizione, creata da Elisa, la madre di Rosanna. Potete leggerla integralmente e firmarla QUI. Con un istante del nostro tempo e un piccolo gesto, possiamo provare a fare tornare il sorriso sul volto di Rosanna e di tutti coloro che lottano, inascoltati, mentre gli altri giocano a chi ha i numeri più grandi.
Io sono venuto a conoscenza di questa petizione dalle colonne de l’Unità, ma penso, spero, che molti altri quotidiani, di destra e di sinistra, abbiano riportato l’appello di Elisa. Ad ogni modo credo sia giusto rimandarvi all’articolo originale pubblicato il giorno 27/ottobre.
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